Briggis recept och ideer
Briiblog in English
Briggishome
e mi sono trasferita su Wordpress!
quindi adesso mi trovate su:
briggishome.wordpress.com
naturalmente di là devo ancora capire come funziona, spero sopratutto di poter raggruppare i vari tags, unendo i 3 blogs, ne è venuta fuori una sfilza!
di qua vi lascio con questo ultimo post
oggi è santa Brigida, cioè non sarebbe proprio il giorno giusto.
abbiamo sempre festeggiato il 23 luglio, ma da poco ho scoperto che il giorno giusto
sarebbe, anzi sarebbero
1 febbraio
si celebra Santa Brigida di Kildare, Patrona d'Irlanda, protettrice di fabbri, poeti e guaritori
8 ottobre
si festeggia Santa Brigida di Svezia che, dopo un pellegrinaggio a Roma, fondò nella sua terra un ospizio per pellegrini e studenti. Patrona d'Europa, protettrice dei viandanti *e dei balbuzienti, è invocata quando i bambini tardano a parlare
su brigida.it ho trovato:
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oggi avevo programmato un giro a Cimego (tn) dove si trova l'orto di brigida.
Brigida, la strega di Cimego personaggio realmente vissuto a Cimego attorno al 1470. Fu bruciata al rogo per stregoneria (avvelenatrice). A Cimego in Trentino c'è un orto a lei dedicato, con le erbe officinali autoctone che coltivava..
l'orto è inserito in un sentiero, il sentiero etnografico di Rio Caino.
ma purtoppo qui sta diluviando alla grande e la nostra gita è stata rimandata ad un'altra volta
quindi, ci consoliamo con questi brigidini che ho fatto ieri sera
(l'idea era un pic nic durante la camminata :-DD)
Brigidini
la storia vuole che questi biscotti siano nati per sbaglio.
da piattitoscani.it, dove ho trovato la ricetta:
Sono piccole e fragranti cialde dorate a base di uova, zucchero, anice e farina. Il loro nome rimanda alle brigidine, monache di un convento locale, devote alla svedese Santa Brigida, che sono ritenute le creatrici di questi dolci.
"E' un dolce o meglio un trastullo speciale alla toscana, ove trovasi a tutte le fiere e feste di campagna e lo si vede cuocere in pubblico nelle forme da cialde». Così il più famoso esperto di ricette, Pellegrino Artusi, descrive il brigidino. E' stata proprio la Toscana ad aver dato i natali a questi particolarissimi dolcetti gialli tipici del piccolo paese di Lamporecchio, in provincia di Pistoia. La leggenda vuole che siano state le suore di un convento ad inventare per sbaglio il brigidino. Tutto cominciò con un errore di suor Brigida, che si confuse mentre stava preparando l'impasto delle ostie. Le sorelle, per non sprecare quel composto, pensarono di ingentilirlo aggiungendovi dei chicchi di anice. Nacque così quel "trastullo speciale" destinato a divenire una tradizione a Lamporecchio, dove la ricetta si è tramandata di generazione in generazione dando vita a molte botteghe artigianali specializzate proprio nel brigidino. La pasticceria Carli è sicuramente una delle più antiche e rinomate del paese. «I miei bisnonni cominciarono l'attività a fine ottocento - racconta una delle titolari -. All'epoca vendevano i brigidini e la frutta fresca e secca. Un binomio un po' strano, che durò diversi anni. In seguito i miei nonni e lo zio pensarono di specializzarsi nei brigidini, e da allora ci siamo tramandati l'attività di padre in figlio. Nel 1969 abbiamo ingrandito il negozio trasformandolo in pasticceria e adesso ci lavoriamo in tre fratelli». In passato non sono mancati i riconoscimenti alla famiglia Carli per la sua attività. «Nel 1905 il mio bisnonno, Leopoldo Carli, ricevette la medaglia d'oro a Roma da Vittorio Emanuele III, per essersi classificato primo all'esposizione nazionale per brigidini e berlingozzi. Furono alcuni nobili romani, che avevano delle proprietà a Lamporecchio e che quindi conoscevano e apprezzavano la nostra produzione, a invogliare il bisnonno a partecipare a questa esposizione». Dal 1800 ad oggi la lavorazione dei brigidini, almeno per quanto riguarda gli ingredienti, è rimasta quasi inalterata. «Gli ingredienti dei brigidini sono uova, farina, zucchero e anice - spiega la titolare -. Una volta si formavano delle palline, che venivano cotte sulle piastre come quelle dei necci. Avevano una forma tonda, ma molto più grande di quella attuale. Fino agli anni '40 sono stati fatti con questo sistema. Poi venivano cotti sulle stampe calde con resistenze a elettricità. Finché, nel 1980, un signore di Pieve a Nievole ha inventato la macchina dei brigidini. L'impasto è sempre lo stesso, solo che oggi, al posto dei chicchi, si usa l’essenza di anice. Anche i tempi di lavorazione sono rimasti lunghi, tant’è che il nonno e lo zio si occupano solo dei brigidini». "
vi serve:
Dose per circa 30 brigidini:
1 tazza di farina per torte
2/ 3 di tazza di zucchero
3 uova
1 cucchiaio da tavola di semi di anice
un pizzico di sale
un pizzico di estratto di vaniglia (opzionale)
Uno stampo per brigidino o un ferro con piatti piani
Sbattere le uova fino a farle diventare schiumose, aggiungere lo zucchero e i semi di anice e lavorare aggiungendo la farina, sale e vaniglia fino a far diventare la pasta liscia e morbida. Riscaldare lo stampo per i brigidini o i piatti caldi in modo che brucino e mettere un cucchiaio da tè di pasta su uno dei piatti, unire l'altro piatto bollente finché il brigidino è fatto, a quel punto il brigidino dovrebbe essere croccante.
brigida_ate:
*protettrice dei viandanti :-)
io non avevo la cialdatrice per fare i veri brigidini, e l'impasto mi è venuto molle e non ho potuto fare le palline. ho usato uno stampo in silicone, ci ho versato l'impasto e fatto dei anelli. :-)http://briggishome.wordpress.com/